Il mio modello teorico
L’approccio che utilizzo in terapia è quello sistemico-relazionale, un approccio che pone particolare attenzione non solo al singolo individuo ma anche alle sue relazioni significative (famiglia, coppia, amici, lavoro).
In tale approccio infatti il malessere riportato dalla singola persona viene considerato come espressione di un problema presente all’interno delle sue relazioni, ragion per cui i problemi non sono considerati come caratteristiche insite nell’individuo ma come esito di esperienze e dinamiche relazionali.
Questa attenzione alle relazioni scaturisce dalle constatazioni che identificano, fin dalla nascita, le relazioni come il contesto in cui si sviluppa l’identità personale.
L’approccio si focalizza sul presente e sull’analisi delle difficoltà nel momento attuale ma pone attenzione anche alla storia familiare dal momento che, anche quando l’individuo si presenta solo di fronte al terapeuta per affrontare il proprio disagio/malessere, porta con sé in realtà tutte le relazioni significative che animano la propria vita nel presente, nel passato e nell’ipotetico futuro.
Il lavoro terapeutico quindi non è rivolto esclusivamente al trattamento del sintomo presentato, ma coinvolge anche le situazioni relazionali che lo hanno generato.
Il fine ultimo della terapia è infatti quello di comprendere in che modo le relazioni significative del passato influenzano il presente e il futuro ipotetico, cosicché da poter andare a modificare i modelli appresi e le dinamiche disfunzionali e poter trovare nuovi modi e strategie per rapportarsi tanto con sé stessi quanto con i propri sistemi di appartenenza.
TIPOLOGIE DI TERAPIE
Terapia individuale
“Quando parliamo della vita in realtà parliamo di relazioni. Non esistiamo nell’isolamento e il vivere emotivo implica sempre il coinvolgimento dell’altro”
Carl Whitaker
L’approccio sistemico-relazionale ha come focus le relazioni. Questo perché trae origine dal pensiero di Gregory Bateson che considera la personalità dell’individuo come risultato delle relazioni che l’essere umano instaura con l’ambiente e gli altri individui. In tale approccio dunque il singolo individuo non è considerato come una monade (= entità a sé stante) ma come elemento di un sistema più ampio che va ad intersecarsi con diversi sistemi via via più complessi in cui i vari elementi entrano in rapporto e si influenzano a vicenda.
La psicoterapia sistemica-relazionale si differenzia quindi da altri approcci secondo i quali tutto succede nel mondo interno della persona e il mondo esterno è solo un ambiente con cui l’individuo interagisce. Il lavoro qui è infatti finalizzato a individuare le connessioni tra il mondo interno e il mondo esterno del paziente, per far sì che questo riesca a: comprendere quale sia l’origine del suo disagio, elaborare eventuali situazioni traumatiche e comprendere come liberarsi da schemi disfunzionali di comportamento o di pensiero
In un percorso terapeutico individuale ad approccio sistemico-relazionale dunque l’attenzione non verrà posta solo sul sintomo ma anche sulle dinamiche relazionali che hanno portato al suo emergere, su quelle che contribuiscono a mantenerlo in vita, sui bisogni che lo muovono e sul significato che si cela al di sotto.
In generale: la psicoterapia sistemico-relazionale ha il compito di andare a riparare quelle relazioni che l’individuo avverte come problematiche tramite il cambiamento delle dinamiche disfunzionali presenti nel proprio contesto di riferimento; la sua funzione è quella di apportare un rinnovato benessere soggettivo e sociale.
Terapia di coppia
“Voglio poterti amare senza aggrapparmi, apprezzarti senza giudicarti, invitarti senza insistere, lasciarti senza senso di colpa, criticarti senza biasimarti, aiutarti senza umiliarti; se vuoi concedermi la stessa cosa, allora potremo veramente incontrarci e aiutarci reciprocamente a crescere.”
Virginia Satir
Whitaker afferma che l’impresa più impegnativa per una coppia è quella di fondere due culture in una, visto che, oltre che con il loro patto coniugale, i partner devono fare i conti con il bagaglio culturale della propria famiglia di origine.
La coppia dunque, secondo l’approccio sistemico-relazionale, è il risultato dell’incontro di due sistemi familiari e la qualità del legame di coppia (con i suoi punti di forza e di debolezza), ha a che fare con le esperienze relazionali di ciascuno dei due all’interno della propria famiglia di origine.
Dal legame stabilito con le persone significative delle loro vite infatti dipende anche il potenziale evolutivo o, al contrario, involutivo della coppia.
Un percorso terapeutico di coppia ad approccio sistemico-relazionale si pone come obiettivo quello di liberare lo spazio della coppia da problematiche e pesi che non le appartengono così da dare ai partner la possibilità di:
riscoprirsi (o scoprirsi per la prima volta nella loro parte più autentica), dare un significato relazionale al disagio provato,
scoprire regole di coppia implicite, miti familiari e rapporti con le famiglie d’origine che influenzano, seppur inconsapevolmente, la relazione,
Terapia familiare
Le famiglie sono unità dinamiche soggette a cambiamenti continui che possono manifestarsi a diversi livelli interdipendenti: individuale, interpersonale, sociale.. Questi cambiamenti impongono alla famiglia un duplice compito: adattarsi alle varie trasformazioni e conservare al contempo una propria “stabilità”, conservare dunque il senso della propria identità e continuità nel tempo.Non tutte le famiglie però riescono a superare questi cambiamenti con i rispettivi compiti di sviluppo ed è proprio questa, spesso, la ragione principale per l’insorgenza di condotte sintomatiche. Il fine della psicoterapia familiare è di risolvere il malessere familiare, anche se il motivo per cui spesso viene richiesta è il disagio psicologico che viene manifestato attraverso dei sintomi da uno dei figli.
Il terapeuta sistemico-relazionale ridefinisce il sintomo non più come problematica unicamente individuale, ma come espressione di un malessere che affligge l’intero sistema familiare. In questa ottica dunque, l’individuo viene visto come portatore di un sintomo che in realtà indica una disfunzionalità dell’intero sistema, una disfunzionalità di cui sono tutti vittime, seppur con livelli di consapevolezza diversi.
In generale: Il fine della terapia familiare è quello di comprendere la funzione relazionale del sintomo e di trovare nuovi modi e strategie per rapportarsi con il proprio sistema di appartenenza. Il lavoro sarà incentrato sui vissuti personali, sulla comprensione relazionale del sintomo, sulla comunicazione, sulla trasformazione delle dinamiche disfunzionali e sull’acquisizione e sull’utilizzo di nuove strategie.
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